Per vivere, c’è bisogno di ossigeno: per gli umani, gli animali e il pianeta stesso! Si chiamano polmoni verdi del pianeta, i nostri amati alberi, il che significa che indirettamente sono anche i nostri di polmoni, i nostri e quelli di ogni essere vivente.
Un uomo adulto a risposo respira ogni giorno un quantitativo di circa 8 litri di aria al minuto, composta al 20% di ossigeno, e la esala con una percentuale scesa al 15%, trattenendo l’ossigeno.
I polmoni della terra, quello blu dell’oceano e quello verde delle foreste, fanno la stessa cosa, ma al contrario: inspirano anidride carbonica ed esalano l’ossigeno prezioso. Gli oceani, annualmente, assorbono il 30% dell’anidride carbonica prodotta annualmente, e producono circa il 50% dell’ossigeno del pianeta.
E le piante?
Il 21 Novembre si celebra la Giornata Nazionale dell’Albero, e per questo, dopo questa serie di dati e percentuali, è il momento di riflettere su alcune questioni sollevate da ricercatori di tutto il mondo. Riflettere perché la spinta del cambiamento si faccia sentire, partendo dalle azioni consapevoli dei veri amanti della natura incontaminata.
Da uno studio pubblicato su Science, emerge come determinate aree verdi del pianeta stiano iniziando ad emettere più anidride carbonica di quanta ne consumino. I ricercatori del Woods Hole Research Center e dell’Università di Boston hanno monitorato le foreste tropicali in America, Asia e Africa, portando all’attenzione prima di tutto la deforestazione locale, oltre a quella su larga scala.
Secondo, come alcune aree di foresta emettano più anidride carbonica di quanta ne assorbano. Ma un albero non era in grado di assorbirla, l’anidride carbonica? Vero, ma facciamo chiarezza: il processo di fotosintesi si bassa sull’assorbimento di CO2.
La fotosintesi: come “respira” un albero
Le molecole di ossigeno e CO2, interagendo con la clorofilla delle piante, generano molecole di glucosio, di cui la pianta si nutre, e fino a qui, nulla di strano. Il punto è che le piante, oltre al ciclo fotosintetico, hanno anche un ciclo opposto ossidativo, cioè “risputano” alcuni prodotti della fotosintesi tra cui la CO2.
Naturalmente le piante, in virtù del maggiore afflusso di ossigeno che producono, sono sempre state considerate sorgenti, e non pozzi, di questo elemento, anche perché parte di quanto non viene assorbito, non viene rigettato fuori ma viene incorporato dalla pianta, come cellulosa, nelle foglie e nel tronco.
Il risultato di questi studi è chiaro: tutta colpa della deforestazione, e quindi dell’uomo. Riducendo l’area forestale si compromettono gli equilibri naturali.
Inoltre, ecco un altro fatto: non tutte le piante assorbono lo stesso quantitativo di CO2. Negli ultimi due secoli le foreste decidue (con alberi che perdono le foglie) sono state sostituite da conifere sempreverdi. Le conifere hanno un’ottima resa economica, ma assorbono meno anidride carbonica.
Questo spiega perché, anche se le foreste sono in aumento, assorbono meno CO2. A certificare questi dati, la rivista Nature, attraverso cui ricercatori tedeschi francesi e americani dimostrano come diverse tipologie di alberi influenzino i livelli di CO2 e il clima locale.
Salviamo gli alberi!
Per fortuna, sono sempre più le istituzioni e i governi che lavorano per un concreto cambio di rotta. Così sono istituite giornate come il 21 novembre e come il 21 marzo, Giornata Internazionale delle Foreste, in cui numerose iniziative spingono per una mobilitazione globale a difesa delle piante.
In occasione di questa festa nazionale, e per lasciare spazio alla forza positiva dei successi e delle buone notizie, celebriamo un’iniziativa tutta italiana: dodici boschi creati selezionando alberi con un alto tasso di assorbimento di CO2.
E sapete perché sono stati creati? Per compensare le emissioni di CO2 prodotte da eventi, istituzioni e aziende.
Oltre 100 ettari di bosco per eliminare 63mila tonnellate di anidride carbonica. Il Parco Nord di Milano, con i suoi 12 ettari, ripulisce l’aria per le emissioni di 9 aziende. Nel Parco nazionale del Gargano, 30 ettari di bosco sono stati finanziati dall’ambasciata britannica, per compensare le emissioni del compleanno della Regina Elisabetta.
Anche Sofidel azienda italiana che produce i fazzoletti Regina WWF Collection è in sintonia con l’ambiente, utilizzando cellulosa certificata FSC (Forest Stewardship Council), scelta adottata dalle aziende dal cuore green. Rimboscare, naturalmente. Ma con cognizione di causa. E restando sempre in ascolto del respiro lento del nostro pianeta.